Il cuore della certificazione …di Francesca Morelli

In attesa della certificazione 2017 ripercorriamo sulla scia delle emozioni e delle parole della nostra Francesca quella del 2016..

IL CUORE DELLA CERTIFICAZIONE

Quello che sto per raccontarvi probabilmente è accaduto – con sfumature diverse – a ciascuna di voi, che in questo momento state stringendo tra le dita quel filo magico che collega, che crea rete, che unisce e che rappresenta la trama e l’ordito di un unico pezzo di stoffa, di un’unica fascia portata alla luce dai pensieri soffici di una donna, che un giorno decise di tessere e regalare un pezzettino della sua arte a ognuna di noi che facciamo parte di questa associazione, della Scuola del Portare.
La storia inizia poco più di quattro anni fa, una sera, con gli occhi stanchi ma ancora curiosi di leggere e scoprire qualcosa che mi fosse d’aiuto pratico una volta nata la mia prima figlia, naviga e naviga per il mare di internet e sul punto di abbandonare le ricerche almeno per quella notte gli occhi scorgono un sito dal titolo davvero “stuzzicante”, ed ecco che cliccando mi apre quella che sarebbe stata la scelta del mio mondo; ma come tutti i nuovi mondi le strade che ho dovuto percorrere per arrivarvi sono state impervie e non certo prive di ostacoli, dubbi, tentennamenti e…attesa, un’attesa durata quasi cinque,lunghi anni.
Nel frattempo scelsi comunque di portare la mia piccola in fascia da autodidatta (facendo non pochi errori..mamma mia, ora me ne rendo conto! ) sentendo una miriade di commenti di cui sinceramente me ne ricordo uno in particolare che recitava pressapoco così: “amore di nonna, mi hanno detto che ti hanno vista con un pezzo di stoffa addosso e dentro c’era la piccola, mi dicono che sembravi davvero trasandata e che non ti riconoscevano”; io al commento della mia cara nonna non ebbi poi una reazione cosi scomposta, forse perché in realtà mi sentivo nel profondo io stessa senza una meta, mi sentivo una vagabonda (avevo iniziato da poco una nuova strada – senza quelle che io chiamavo sorelle da una vita – dopo tantissimi anni…)…e la fascia così divenne per me l’elemento che mi faceva distinguere nel mio quartiere, ero per tutti “la strana”…
Passano gli anni, e quel sito sul portare era sempre li, ci cliccavo continuamente, leggevo e leggevo ma ogni volta che stavo sul punto di..ecco che nella mia vita usciva sempre qualcosa che rimandava sempre quella formazione tanto desiderata e immaginata, eppure doveva esserci un momento in cui farla…per forza…Poi finalmente in un giorno di settembre mi decisi, era arrivato il momento, il mio momento per l’iscrizione, presi contatto con la segreteria (già li bombardavo Sabrina con non so quanti moduli di iscrizione, dovevo essere sicura che sapessero bene che finalmente avrei partecipato al primo modulo disponibile a Roma); ma un mese dopo successe un avvenimento importante che mi avrebbe cambiato la vita di nuovo: avrei donato la Vita per una seconda volta; contentissima ma allo stesso tempo consapevole che per me sarebbe stato impossibile partecipare per le mie condizioni; fino a pochi giorni prima della formazione di marzo per Roma speravo ma nulla, dovetti fare una scelta, e la scelta fu “rinunciare per la Vita”; quei giorni della formazione cerchiati in rosso sulla mia agenda, segnati da un campanello sul mio cellulare fui molto triste, mi domandavo continuamente cosa stessero facendo…
Passano i mesi, la Vita sboccia, e niente..il pensiero di quella formazione era sempre li che girava nella testa, tanto che ad agosto (e voi direte: non c’hai proprio dormito..) contattai la segreteria…
Finalmente arriva gennaio 2016: la svolta! si avvicina il primo modulo, un’emozione mai provata prima, e poi arrivano quei giorni ed ecco che conosco quelle che sarebbero state le mie compagne di viaggio sulla fantastica nave della scuola del portare…stavamo salpando per una terra per tutte sconosciuta…giorni indimenticabili, carichi di energie particolari, di sorrisi, di mani, di occhi, di emozioni, di intimità portate alla luce: ecco la magia della fascia si stava realizzando. Persone diverse, donne diverse, esperienze diverse ma tutte con il sogno di arrivare alla terra delle “consulenti certificate della scuola del portare”, la strada era ancora lunga.
Il primo modulo va, e contenta come una bambina, emozionata come non mi sentivo da tempo attendevo il secondo modulo, la curiosità era tanta…eccoci ad Aprile, sempre noi (anche se un pezzettino del nostro cuore ci mancava…si sarebbe riunito a Giugno…) con un unico obiettivo “certificazione 2016”.
I giorni passano, ore e ore a riguardare i video, a provare, a far volteggiare la fascia come la baionetta delle ginnaste; arriva giugno, la certificazione si avvicina sempre di più, l’emozione è sempre più grande finché non rivedo le mie compagne e tante altre compagne mai viste prima, salpate sulla stessa nave; ricordo quella carta a terra girando il viso, quell’ansia nell’esporre ciò che vedevo “la terra dell’inventafavole”, mi aveva semplicemente scelta…
Superato il primo step, ci fu detto di scegliere tra tanti aggettivi descritti su dei fogli quelli che più ci rappresentavano in quel momento…beh io devo dire che quelli che avevo scelto erano “contenta e pietrificata!!!” Rendono bene l’idea…
Secondo step: facciamo insieme la DH, la nuova legatura da imparare tutte insieme, accidenti!!!..proprio ora che avevo le idee un po’ più chiare…ok, fatta questa ne facemmo un’altra…dai, si poteva fare! (l’autoconvincimento era entrato in azione…)
Durante l’ora del pranzo ebbi la possibilità di conoscere le compagne mai viste prima, loro venivano da più lontano…Sardegna e Sicilia…avevano fatto davvero un lungo viaggio, eppure sorridenti e contente, capì che se anche non ci eravamo mai viste prima eravamo unite dalla stessa meta.

Senza titolo
Successivamente iniziammo ad esporre i lavori di certificazione, e penso:”aumenta la difficoltà..devo parlare davanti a tutte, va be’ sarò sintetica…”; i lavori delle ragazze mi colpiscono per la grande varietà, creatività, fantasia, bellezza di profondità umana perché in ogni creazione c’è del proprio vissuto, del proprio viaggio… e mi dico che è stupendo vedere messa insieme cosi tanta arte creativa, a quanto la nostra mente possa dar vita partendo dalle emozioni…
Secondo giorno (pensandolo alla maniera della creazione della terra) arriva il momento cruciale: una volta divise in gruppo tra le formatrici, dobbiamo pescare la nostra legatura e mostrarla alla formatrice e alle compagne; ecco che è arrivato il momento tanto temuto, la mia legatura mi ha scelta…le parole escono a malapena, sintetiche e con un nodo in gola ma escono e l’emozione è alle stelle…riportato finalmente il “bambolo” sulla sedia realizzo di aver terminato, torno a respirare in maniera normale, direi umana…ora bisogna aspettare, attendere che il percorso termini…sperando nel migliore dei modi…
Per scaricare un po la tensione, lavoriamo ad un momento creativo: disegniamo su un lenzuolo bianco a ricordo della certificazione 2016 delle impronte, ma non le proprie, quelle di una compagna scelta…e alzando gli occhi da terra vedo impronte di piedi colorati di mille colori, quei piedi che hanno percorso una strada, un viaggio lo stesso intrapreso da me…è bellissimo…c’è un’esplosione di emozioni, di gioia perché quei colori parlano e rivelano un sogno che si sta per realizzare.

Senza titolo 2
Purtroppo però per me arriva l’ora di salutare le compagne, il mio “soggiorno” sull’isola della scuola del portare termina prima, e mentre saluto le ragazze incrociando i loro occhi e scambiandoci sorrisi, abbracci, mani, incontro quegli occhi scuri e profondi che mi hanno accolta la prima volta, la volta che ho poggiato il piede sul ponte della nave del “portare”…Sabrina e Antonella…non dimenticherò mai quei momenti, quegli abbracci che sanno di sincerità, profondità d’animo, di lealtà verso i valori che si portano avanti con tanta tenacia…il mio sogno ora era reale: ero diventata consulente Certificata della scuola del portare!
E senza quasi nemmeno accorgermene mi ritrovo tra le mani un pezzo di cuore della scuola, tutto del colore della femminilità a ricordo di questi momenti.
Avevo appena attraversato una tempesta di emozioni: ora sapevo che non sarei stata più la stessa persona…
Posso immaginare l’emozione delle mie compagne, delle mie “sorelle di fascia” nell’aver stretto tra le mani quel titolo dopo tanti sforzi, tanta fatica, ma anche dopo tanta ansia, diciamolo pure!
Termina così il viaggio di un’inventafavole, dal cuore – alle volte – troppo sensibile, ma che ora ha la certezza di non vagabondare più, perché ha trovato la sua ‘isola che non c’è’, dove trovare rifugio quando nel mare del cielo scoppia una tempesta, perché ha accanto a sé le sue “sorelle di fascia” con ognuna le sue bellezze e la propria storia ma con un pezzo di trama e ordito tra le mani che unisce e non divide, che solleva dalle difficoltà ( e si…perché sono nate anche delle amicizie e tra amici ci si aiuta..), che sostiene e comprende, che fa crescere ed orientare nei momenti in cui la bussola funziona meno…tutto questo è “la scuola del portare”: un cuore da nutrire e proteggere, un cuore che pulsa sempre più forte, da custodire come si custodisce la consapevolezza di ciò che si è, perché dalla sua contrazione nasceranno battiti dal sapore del rispetto e della genitorialità sostenibile, come la Vita nasce attraverso le contrazioni delle nostre viscere.
Quei famosi “cerchi di vita”, perfetti nella loro forma e chiusura, continueranno ad incrociarsi, a toccarsi, a sostenere, a portarsi, rispettando sempre l’uno il confine dell’altro.
Questa è la mia certificazione!
Questa è la nostra “sorellanza di fascia”.
Grazie di cuore ragazze!

E un grazie speciale ad Antonella e alle formatrici, perché non solo hanno “formato” ma hanno forgiato delle anime, le anime delle Consulenti della Scuola del Portare!
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Di Francesca Morelli

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