FAQ

Puoi trovare alcune valide ragioni per portare il tuo bambino qui: 10 Buoni motivi per portare

Mentre a questo indirizzo troverai alcune evidenze scientifiche a sostegno del portare: Perchè portare?

Oggi parliamo di formazione. In un momento di così intenso mutamento e di crisi del mercato tradizionale del lavoro, si percepisce forte la tendenza a cercare di valorizzare i propri talenti naturali e di rispondere ai bisogni pratico-quotidiani delle famiglie, bisogni che finora non sono stati considerati primari ma che rivestono sempre maggiore importanza.
E con questo si cercano nuovi percorsi formativi, nuove proposte professionali.
Perciò è necessario far chiarezza sulla condizione della formazione nel nostro Paese e mettere a fuoco una specie di “vademecum” per poter scegliere una formazione soddisfacente, nutriente e quindi spendibile in modo sentito e profondo.
In Italia le uniche formazioni riconosciute sull’intero territorio nazionale sono quelle:
  • di tipo scolastico universitario proposte da istituti ed enti pubblici o parificati (diplomi, lauree, corsi di specializzazione universitaria, master)
  • di tipo internazionale proposte da organizzazioni riconosciute da accordi tra i Paesi (es. i corsi per formatori dell’ONU )
  • di tipo para-universitario in campo prevalentemente medico ovvero formazioni che, pur non essendo riconosciute in toto, danno la possibilità di accedere all’accreditamento di ECM utili ai percorsi universitari, ai tirocini o agli aggiornamenti di alcune categorie professionali.
Esistono poi le proposte formative delle Agenzie Formative accreditate. Tali proposte sono una “via di mezzo” in quanto vengono riconosciute ufficialmente su base regionale o pluriregionale (a seconda dell’accreditamento dell’agenzia formativa in questione presso una o più regioni).
Dal 2004, inoltre, esiste una legge che rende possibile il riconoscimento giuridico delle professioni informali ovvero non presenti negli albi professionali ufficiali, create da associazioni su base nazionale. Tale riconoscimento ha il vantaggio di far accedere l’associazione in questione a vantaggi fiscali (es. l’8‰ nelle dichiarazioni dei redditi dei simpatizzanti) ed i suoi professionisti ad una sorta di riconoscimento di qualità della loro formazione da parte degli organi ufficiali.
Per le restanti proposte formative (che sono innumerevoli sul territorio nazionale e riguardano tantissimi campi professionali!) non è possibile usare il metodo della riconosciuta validità della formazione a livelli “ufficiali”. E allora, come scegliere comunque una buona formazione? Ecco alcune semplici regole:
  • controllare i curricula dei formatori. La loro formazione “ufficiale” (scolastico-universitaria) e la loro formazione esperienziale e/o informale (corsi non universitari, esperienze di vita, studi alternativi, anni di pratica etc). Un formatore trasmetterà l’universo della propria esperienza e della propria ricerca: assicuratevi che questa sia forte, stabile, armonica. Informatevi se esista un percorso didattico specifico per formatori proposto dall’associazione che avete contattato: questo vi darà un margine di garanzia sull’uniformità della formazione.
  • verificare i feedbacks degli utenti finali: una formazione informale ha come unica possibile cartina di tornasole la qualità dell’attività professionale dei suoi studenti. La fama di chi organizza formazione si fonda sull’operato quotidiano di chi si è formato
  • accertarsi che i formatori continuino a praticare anche la professione: un formatore che si confronta quotidianamente con le richieste, le problematiche, le particolarità dell’utente finale è un formatore che è sempre “in contatto” con il mutevole panorama con cui si troveranno a confrontarsi i suoi studenti. Se possibile, partecipate ad alcune iniziative organizzate dai formatori per l’utenza finale: incontri informativi, dimostrazioni pubbliche, dibattiti etc.
  • valutare e scegliere l’approccio che si sente più in sintonia con le proprie esigenze e caratteristiche. Tra le varie scuole che propongono una data formazione ci sarà sempre una certa differenza di approccio: verificate che quella scelta da voi sia lo specchio della vostra anima cosicché possiate a seguito della formazione mettere tutta la vostra anima nel lavoro.
  • informarsi sui valori dell’ente o associazione proponente e se esista alcuna metodologia di verifica sull’operato dei professionisti formati. Questo vi consentirà, un domani, di usufruire della garanzia di  serietà che si verifica a seguito di questo tipo di “controllo”.
Queste semplici regole vi consentiranno di scegliere una formazione soddisfacente. Durante la formazione, poi è possibile avere un’ultima “verifica” della vostra compatibilità con il mestiere che volete iniziare: ascoltarsi e sentire se la formazione smuove qualcosa dentro di noi, se ci offre stimoli, entusiasmo, curiosità, riflessione, senso di appartenenza.
Ecco il sigillo che chiuderà con chiavi d’oro il nuovo percorso professionale, al cuore non si mente.

Un bambino che non può sviluppare una sensazione di legame o di fiducia, sarà sempre timoroso e dipendente. Se il bambino non ha mai provato un senso di intimità, non riuscirà a staccarsi e a crescere (poiché solo un bisogno soddisfatto si estingue). Se tengo sempre a distanza il mio bambino perché non voglio viziarlo, egli reagirà richiedendo il contatto con sempre maggiore insistenza. Il periodo nel quale il bambino vuole essere portato è quello in cui è più facile offrirgli contatto e protezione. Non ha bisogno di altre attenzioni, vuole solo essere vicino al genitore.

Il portare offre vantaggi anche al padre. Quando è a casa da solo e il bambino piange, non c’è maniera migliore per calmarlo che la fascia.  Infatti il bambino conosce questa situazione ed è così possibile tranquillizzarlo poiché nella fascia si sente particolarmente protetto.

Inoltre portando anche il padre potrà creare un rapporto intimo con il figlio. (Ulteriori informazioni sul legame caregiver-bambino sono disponibili QUI)

Lo studio del Dr. Urs A. Hunziker riguardante gli effetti del portare sul pianto del lattante ha dimostrato che i bambini che vengono portati piangono meno e quando sono svegli sono anche molto più sereni. In questo studio la durata del portare ammontava ad almeno 4 ore giornaliere. (Un estratto dell’articolo è disponibile QUI)

Inoltre è dimostrato che nei luoghi in cui curano la tradizione del portare (Africa, Guatemala) i bambini piangono molto meno dei nostri ….

Quali esperienze ha fatto il bambino prima della nascita? Veniva cullato continuamente. Stava ben stretto. Sentiva le voci di chi parlava con la sua mamma. Stava al caldo. Sentiva l’odore delle persone. Riusciva a distinguere la luce dal buio. Percepiva suoni. Che cosa succede se è portato nella fascia? Proprio le stesse cose! Per questo il bambino si sente protetto nella fascia. Rivive la sicurezza del periodo prima della sua nascita e per questo può addormentarsi tranquillamente.

Dal punto di vista biologico il bambino è un portato attivo; quindi il suo corpo è così conformato da poter essere portato. Oggi i due terzi degli esseri umani portano i loro bambini. I bambini vengono portati da millenni; si è cominciato a non farlo più negli ultimi cento anni. Nessuna tribù avrebbe potuto permettersi che i familiari subissero dei danni alla colonna. Se avessero constatato che il portare danneggiava la schiena, avrebbero smesso di farlo.

Il Prof. Dr. Remo Largo ha risposto a questa domanda: “No, al contrario; un bambino sano non si ammala perché è portato. Non ci sono studi che lo dimostrino. Il contatto con la madre ha un effetto molto positivo e anche la posizione divaricata delle gambe ha un influsso positivo sullo sviluppo delle articolazioni dell’anca. I colpi alla schiena del bambino portato vengono ammortizzati dalla fascia e dalla madre. Grazie ai diversi modi di portare (davanti, dietro e lateralmente) anche la schiena della madre non dovrebbe correre rischi.” 

Portare è uno sforzo per ogni colonna vertebrale. Ma è importante iniziare al più presto a portare il bambino, In tal modo il portare risulta essere un allenamento per la colonna. È importante portare il bambino in alto e ben vicino al proprio corpo! Più vicino e alto è il carico e più leggero sarà il suo peso (effetto leva). La fascia, come nessun altro sistema, garantisce di poter portare il carico stretto al proprio corpo e in alto. 

Uno studio ha dimostrato che l’uso di portare con fascia non è associato ad un aumentato rischio clinicamente rilevante riguardo a cambiamenti cardiorespiratori nei neonati a termine e pretermine. Leggi un estratto dell’articolo qui: Portare e respirazione

Il bambino può essere portato fin tanto che si sente a suo agio. Non appena il portatore inizia ad avere una sensazione sgradevole e si sente rinchiuso, anche il bambino non gradisce più esser portato. Un portatore nervoso rende nervoso anche il bambino. Nella fascia il bambino percepisce ogni stato d’animo del portatore!

Perché talvolta mi affatica portare il bambino? Portare un bambino significa anche “condividere con lui l’intimità”. Da bambini molti di noi sono stati tenuti più a distanza (l’allattamento veniva effettuato possibilmente ogni 4 ore, dormivamo da soli ecc.) All’inizio occorre essere pronti a dividere questa intimità con il bambino.
Nei paesi dove da sempre si è soliti portare un bambino, non si percepisce il portare a lungo come un peso o un limite. Questo perché chi porta ha avuto la possibilità di vivere questa intimità già da bambino. Alcuni hanno persino portato i propri fratelli!

Portare è fin dall’inizio dei tempi un’attitudine innata in tutte le madri e in molte culture è un sapere trasmesso da una generazione all’altra. Si tratta di una delle forme più spontanee di comportamento materno in molti mammiferi. Noi siamo dei mammiferi!

In Occidente, oggi, è un’abilità da recuperare: l’uso corretto e la sicurezza sono garantiti dal sostegno di una persona esperta.
In pochi incontri, a partire dall’ultimo mese di gravidanza o dalla nascita dei bimbi, la Consulente del Portare® “supporta“ nella scelta del supporto più adatto e accompagna in sicurezza nelle diverse tecniche con cui poter usare la fascia/altri supporti portabebè in modo corretto e funzionale dal punto di vista fisiologico per chi porta e chi viene portato e in base ai bisogni specifici del bambino o del genitore. Si acquisisce dimestichezza e manualità e crescendo i bimbi troveranno sempre una posizione adatta alla loro età.

Ecco alcuni buoni motivi per farlo:

  • perché si può portare anche da soli, ma portare meglio è … meglio!
  • perché si intraprende (o si perfeziona) un percorso che permetterà di portare a lungo e con soddisfazione
  • perché una persona preparata e competente può sostenere e accompagnare il portare in maniera corretta
  • per individuare il supporto più idoneo alle proprie esigenze ed evitare acquisti inutili
  • per imparare come rispettare sempre e in ogni posizione la corretta fisiologia del bambino
  • per imparare bene ad usare la fascia con tutto ciò che ne consegue (comodità, continuum, sentire di pancia, attaccamento)
  • per ricevere informazioni aggiornate e corrette
  • per sperimentare diversi supporti e diverse legature e per capire le migliori soluzioni per ognuno
  • per condividere con la consulente e con il gruppo intorno a lei opinioni, dubbi e problemi, trovare “accoglienza” o semplicemente stare insieme
  • per imparare a “lasciare andare” dopo la fase di contenimento
  • e… per condividere anche col papà le emozioni “della pancia”

Per trovare un consulente vicino a te, puoi consultare la mappa dei consulenti presenti sul territorio oppure effettuare una ricerca per nome, città o regione visitando la pagina consulenti cliccando QUI

Il babywearing è una pratica recuperata in Occidente da alcuni decenni e promossa da ricercatori, gruppi indipendenti di genitori o di professionisti e produttori. La terminologia e le classificazioni variano da una realtà all’altra e, come il babywearing stesso, sono in continua e rapida evoluzione. Continua a leggere qui: I portabebé: tipi e caratteristiche

In commercio esistono molte tipologie di fascia in tessuto, che si differenziano tra loro sia dal punto di vista estetico che dal punto di vista delle caratteristiche del tessuto utilizzato. Per chi cerca la prima fascia in tessuto, può sembrare complicato orientarsi in un panorama così vasto. A questo indirizzo troverete alcune indicazioni generali per orientarsi al meglio nella scelta di una fascia in tessuto: Come scegliere una fascia in tessuto

In rete sono disponibili centinaia di video prodotti da consulenti, produttrici di supporti e mamme più o meno esperte. Alcuni di questi video contengono errori e non rispettano le più basilari norme di sicurezza. A questo indirizzo trovate utili consigli per scegliere un buon video: Come scegliere un buon video

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